Come aiutare in caso di depressione durante l’età infantile o l’adolescenza? In questo articolo vediamo perché l’attività fisica può essere considerata uno strumento alternativo o complementare alla terapia tradizionale.
Depressione infantile e adolescenziale non curata: quali sono i rischi?
La depressione è il secondo disturbo mentale più diffuso tra bambini e adolescenti, con un tasso di prevalenza stimato del 6,2% a livello globale.
Nella prima infanzia è associata a esiti avversi gravi tra cui compromissione del funzionamento sociale e alterata salute mentale e fisica.
Inoltre, è un forte predittore di disturbi depressivi o d’ansia in età adulta.
I limiti di psicoterapia e farmacoterapia
Purtroppo la depressione in età pediatrica resta spesso sottodiagnosticata e sottotrattata.
Lo documentano ricerche che mostrano che solo il 50% dei bambini e degli adolescenti riceve una diagnosi adeguata prima di raggiungere l’età adulta.
Per il suo trattamento le linee guida suggeriscono l’uso della psicoterapia e/o della farmacoterapia, ma entrambi gli approcci presentano limiti che ne riducono l’aderenza e quindi l’efficacia.
In particolare, quattro sono i principali ostacoli alla psicoterapia infantile:
- la mancanza di tempo
- la paura della stigmatizzazione
- la sfiducia dei genitori nei confronti del terapeuta
- l’assenza di una percezione di necessità del trattamento
Gli effetti avversi dei farmaci, invece, rimangono l’ostacolo principale alla terapia farmacologica.
Depressione infantile e in adolescenza: come possono aiutare i programmi di attività motoria
Le linee guida internazionali indicano l’attività motoria come trattamento ufficiale complementare o alternativo per la depressione.
Partendo proprio da queste considerazioni, nel gennaio 2023 Francesco Recchia e collaboratori hanno pubblicato su JAMA Pediatrics una revisione sistematica e meta-analisi avente lo scopo di valutare le conoscenze disponibili sull’associazione tra interventi di attività fisica e sintomi depressivi proprio in queste fasce d’età.
I risultati, frutto dell’analisi di 21 studi che hanno coinvolto 2441 partecipanti, mostrano che anche nei bambini e negli adolescenti gli interventi sull’attività fisica possono alleviare i sintomi della depressione con risultati migliori nei soggetti di età superiore ai 13 anni e con una diagnosi di malattia mentale e/o depressione.
Queste evidenze non solo rafforzano il ruolo dell’attività fisica per la gestione dei sintomi depressivi in tutte le età, ma portano anche alla luce il potenziale di programmi strutturati di educazione fisica nelle scuole primarie e secondarie per il miglioramento della salute mentale dei più piccoli.
Gli effetti antidepressivi dell’esercizio fisico: uno sguardo ai meccanismi
A fronte dei dati appena esposti, i meccanismi sottesi alle proprietà antidepressive dell’attività fisica non sono ad oggi pienamente conosciuti e potrebbero includere effetti neuroendocrini tra cui:
- l’attivazione del sistema endocannabinoide con stimolazione di endorfine
- un aumento della biodisponibilità di neurotrasmettitori cerebrali (ad esempio: serotonina, dopamina, noradrenalina), che si riducono con la depressione
- cambiamenti a lungo termine nella plasticità cerebrale
In aggiunta, sono state fatte ipotesi psicosociali e comportamentali, affermando che l’attività fisica può portare a miglioramenti nella percezione di sé, nelle interazioni sociali e nella fiducia in se stessi.
Conclusioni
Ciò che emerge è che l’attività fisica potrebbe rappresentare anche per bambini e adolescenti uno strumento alternativo o complementare alla psico- e farmacoterapia al fine di migliorare l’efficacia complessiva dei percorsi, potenziando l’aderenza e promuovendo una migliore gestione degli effetti avversi.
Alla luce di queste evidenze, tra i percorsi multidisciplinari offerti dal nuovo, innovativo Centro Mind To Move a Torino vi sono anche quelli rivolti in modo specifico alle persone in età evolutiva.
Clicca qui per saperne di più.